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Anffas Varese e Fondazione Piatti per la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità 2021

Anffas
Besozzo-Maggio 2021

Oggi, venerdì 3 dicembre 2021, in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità (International Day of Persons with Disabilities – IDPD) istituita ufficialmente dalle Nazioni Unite nel 1992, Anffas Varese e Fondazione Renato Piatti onlus si uniscono ad Anffas nazionale alle celebrazioni che si stanno svolgendo a livello mondiale per richiamare, ancora una volta, l’attenzione sulla necessità di garantire i diritti umani, civili e sociali nonché la Qualità di Vita a tutte le persone con disabilità, specie intellettive e disturbi del neurosviluppo, e alle loro famiglie.
Esigenza, questa, che ha origine proprio dalle persone con disabilità e dalle loro organizzazioni rappresentative che, come Anffas, reclamano una maggiore attenzione da parte dei Governi e delle Istituzioni locali nel dare ascolto alla loro voce, sempre ed in qualunque contesto, in particolare rispetto a quegli aspetti culturali, sociali, economici e politici che li riguardano in prima persona.
E ciò assume particolare rilievo se pensiamo che il tema cui è stata dedicata la Giornata di quest’anno è, appunto, “Leadership e partecipazione delle persone con disabilità verso un mondo post-COVID-19 inclusivo, accessibile e sostenibile” (Leadership and participation of persons with disabilities toward an inclusive, accessible and sustainable post-COVID-19 world).
Un tema, più che mai attuale, che si proietta in avanti, verso un futuro post-pandemico resiliente ma allo stesso tempo inclusivo, accessibile e sostenibile, a conferma dell’importanza di garantire a tutte le persone con disabilità il pieno diritto a partecipare alla vita comunitaria, ad autodeterminarsi ed autoaffermarsi come anche sancito dalla stessa Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (CRPD).
In particolare, sono proprio i principi di autodeterminazione e autorappresentanza che si configurano come requisiti indispensabili per assicurare alle persone con disabilità di poter contribuire attivamente al perseguimento degli obiettivi previsti nell’ambito dell’Agenda 2030 che, ricordiamo, si impegna a “non lasciare nessuno indietro” per la costruzione di una società migliore.
Un concetto, quest’ultimo, definito e ripreso lo scorso 29 novembre anche dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che, riproponendo lo slogan del movimento associativo delle persone con disabilità “Niente su di noi, senza di noi”, ha esortato “tutti i paesi ad attuare pienamente la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, aumentare l’accessibilità e smantellare le barriere legali, sociali, economiche e di altro tipo con il coinvolgimento attivo delle persone con disabilità e delle loro organizzazioni rappresentative.”
“Anffas Varese e Fondazione Piatti si impegnano con tutte le loro forze da oltre 40 anni per prendersi cura delle persone fragili e delle loro famiglie – Affermano Paolo Bano, Presidente Anffas Varese e Cesarina del Vecchio, Presidente di Fondazione Renato Piatti onlus – Oggi nei nostri servizi sono 600 le persone (per lo più bambini e ragazzi ma anche adulti e anziani) con patologie del neurosviluppo per le quali ci impegniamo per far si che possano vivere la migliore condizione di benessere possibile nell’arco di tutta la loro vita senza discriminazioni e creando le condizioni per sviluppare le loro capacità e autonomie per favorirne l’inclusione sociale. Un lavoro di squadra che crea sinergie importanti con tutti gli attori del nostro territorio a partire dagli oltre 100 volontari fino ad arrivare alle Istituzioni, realtà aziendali e a tutta nostra comunità.”

“Si tratta di un impegno, ahimè, fino ad oggi disatteso” dichiara il Presidente nazionale Anffas, Roberto Speziale. “È sufficiente soffermarsi ad analizzare quanto accaduto in Italia, così come nel resto del mondo, durante la pandemia Covid-19, a partire dal completo abbandono delle persone con disabilità nel primo lockdown all’esclusione delle stesse all’interno delle categorie prioritarie della campagna vaccinale; constateremo, difatti, che sono state le persone più fragili, qui comprese le persone con disabilità intellettive e i loro familiari, ad aver risentito maggiormente dell’impatto dell’emergenza. Abbandonate a loro stesse, sono state trattate alla stregua, come più volte denunciato proprio da Anffas, di cittadini di serie B”.
“Tutto questo è indice di come molto deve essere ancora fatto per imprimere quel cambiamento culturale di cui parliamo ormai da anni.” Continua così il Presidente Speziale: “È vero, molti passi avanti sono stati fatti, specie a livello culturale, grazie ai paradigmi della Convenzione ONU alcuni dei cui concetti sono stati nel tempo recepiti all’interno del linguaggio quotidiano. Ma ancora non basta. Come Anffas, rinnoviamo il nostro impegno affinché alle parole seguano i fatti; fatti concreti che sappiano rispondere alle istanze delle persone con disabilità che chiedono all’unisono di «essere ascoltate, comprese ed incluse al pari di qualsiasi altra/o cittadina/o.»
Le persone con disabilità, in quanto beneficiarie e agenti di cambiamento, possono essere, infatti, delle risorse preziose da attivare e coinvolgere per costruire, a livello internazionale, una società inclusiva, sostenibile e attenta alle necessità di ognuno. In tal senso, Anffas ben apprezza le dichiarazioni, fra le altre, del Segretario Guterres nel richiedere l’impegno di tutti per realizzare un futuro sostenibile, inclusivo ed equo, che non lasci più indietro o solo nessuno.
Ciò detto, già da tempo Anffas ha fatto propria l’esigenza di far partecipare, in maniera attiva e responsabile, le persone con disabilità al dialogo con la comunità di appartenenza e le Istituzioni, anche attraverso la costituzione di una Piattaforma Italiana Autorappresentanti In Movimento (PIAM), il primo movimento di Autorappresentanza (Self-Advocacy) a livello nazionale, composto da persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo. Uno spazio condiviso dove gli stessi autorappresentanti hanno la possibilità di dibattere insieme ed esprimere le proprie idee, opinioni e richieste rispetto a questioni che riguardano non solo la cura e l’assistenza, i servizi ed i diritti, ma anche questioni di significato: significato della disabilità, significato di umanità, significato di competenze, significato di cittadinanza, significato di risposte etiche alla diversità umana.
In tale ottica, la Giornata del 3 dicembre rappresenta l’occasione più importante che il movimento associativo delle persone con disabilità ha per ottenere la giusta attenzione e, al contempo, per valorizzare ogni singolo individuo, indipendentemente dal fatto che abbia o meno una o più disabilità, e abbattere qualsiasi tipo di barriera, discriminazione, pregiudizio e stigma che ne limitino il riconoscimento e il godimento dei diritti fondamentali.
“Come Anffas – riprende il Presidente – auspichiamo pertanto che, attraverso le nostre iniziative promosse in questi giorni a livello locale e nazionale, a partire dal Convegno annuale “Progettare Qualità di Vita: L’evoluzione della L 112/2016” del 1 dicembre u.s., nonché da quelle delle reti associative con cui Anffas collabora, ad esempio il Convegno FISH “La FISH verso la Conferenza Nazionale sulla disabilità” del 3 dicembre, saremo in grado di sensibilizzare l’opinione pubblica ad accettare e comprendere la disabilità nonché favorire, passo dopo passo, l’integrazione e l’inclusione delle persone con disabilità quali protagoniste attive e responsabili delle proprie scelte per il futuro e per la comunità in cui vivono.”
In conclusione, “Anffas continuerà, nel nome del “niente su di noi, senza di noi” e attraverso il dialogo, il monitoraggio e il sollecito costante presso il Governo e le Istituzioni afferenti il mondo della disabilità e, più in generale del Terzo Settore italiano, a sostenere le famiglie e le persone con disabilità che da più di 60 anni rappresentiamo nella presentazione delle proprie istanze. Il tutto affinché i loro diritti siano pienamente rispettati e promossi all’interno di una visione inclusiva della disabilità.”