«Sono rammaricato e a disagio – ha detto Musso – per la decisione della Corte costituzionale che ha dichiarato inammissibili entrambe le richieste di referendum abrogativo dell’attuale sistema elettorale di Camera e Senato. La Consulta, con un po' più di coraggio, avrebbe potuto valorizzare sia la lettera e lo spirito della Costituzione (che non menziona la materia elettorale tra quelle su cui non è ammesso referendum), sia la volontà di ben 1.200.000 firmatari che propongono di “ripristinare” il diritto/potere di scegliere i propri rappresentanti. Quella di oggi è un’occasione perduta per abolire l’universalmente deprecato “Porcellum”. Non bisogna mollare la presa, anche alla luce delle considerazioni di merito espresse dalla Corte stessa in precedenti occasioni e che sarebbe opportuno che non mancassero anche nella decisione odierna». Musso, insieme al Pli e alla Fondazione Oltremare, la scorsa estate era stato protagonista, con l'allestimento di numerosi "banchetti" sul territorio di Genova, della raccolta di firme per l'abrogazione dell'attuale legge elettorale e per il ritorno a un'elezione basata principalmente sui collegi uninominali (il Mattarellum). «La risposta arrivata dalla città di Genova – commenta Musso – e dalle altre parti d'Italia nella raccolta delle firme era un chiaro segnale da parte dei cittadini di interesse partecipativo alla democrazia e alla politica. I genovesi e gli italiani chiedono che questa legge elettorale sia cambiata, anzi cancellata: se la strada del referendum non è percorribile, è un impegno preciso del parlamento rimediare all'attuale legge elettorale, riconsegnando agli elettori e non ai partiti il diritto di scegliere i propri rappresentanti».