Home Altro Varie

Dal 27 settembre, “Vite da ariani” di Guido Dalla Volta (Enrico Damiani Editore)

Guido Dalla Volta
Vite da ariani di Guido Dalla Volta (Enrico Damiani  Editore)

Dal 27 settembre, “Vite da ariani” di Guido Dalla Volta (Enrico Damiani  Editore), Prefazione di Liliana Segre.

1936. Guido Dalla Volta vive a Brescia con la moglie Emma e i due figli, Alberto e Paolo. È un uomo onesto e rispettato, perfettamente integrato nel suo contesto sociale, che fonda la sua esistenza sui valori della tradizione: lavoro, famiglia, patria. C’è solo un dettaglio, fino a quel momento ininfluente: i Dalla Volta hanno origini ebraiche. Mentre Emma presagisce il pericolo, Guido non vuole credere al peggio, finché le leggi razziali non gli aprono sotto i piedi una voragine kafkiana che lo inghiotte insieme al figlio maggiore.

1962. Mentre Emma attende ancora il ritorno del marito e del primogenito, il nipotino, che porta lo stesso nome del nonno, fa domande che restano senza risposta. E suo padre Paolo, uomo severo e irrigidito dal dolore, deve decidere come raccontargli una verità complicata e negata, così lontana dalla vita serena e brillante che sta costruendo per lui. Sullo sfondo di questo immenso non detto, si staglia una lettera in cui Alberto è ricordato come «il più forte, il più risoluto, il più degno di sopravvivere». A firmarla è un suo compagno di prigionia ad Auschwitz, uno scrittore torinese di nome Primo Levi, che all’amico dedicherà passaggi salienti dei suoi capolavori.

Le grandi tragedie hanno un inizio e una fine, ma ci sono un prima e un dopo che non smettono di parlarsi, nel silenzio. Rimbalzando tra questi due tempi – in mezzo ai quali si spalanca l’indicibile – Guido Dalla Volta racconta la “vita da ariani” della sua famiglia, il tentativo, vano, di sfuggire alle persecuzioni e, finita la guerra, quello di evitare le sofferenze del ricordo nella paura che l’orrore possa ripetersi. Fino all’epilogo quando, rompendo una barriera con il coraggio della parola, il passato e il presente si fondono in una nuova dimensione, quella della memoria.

Guido Dalla Volta nato a Brescia nel 1956, si è laureato in Ingegneria elettronica presso il Politecnico di Milano. Nel 1982 ha conseguito il titolo di Master of Computer Science presso la McGill University di Montréal. Ha trascorso la sua carriera lavorativa presso la IBM, in Italia e all’estero, fino al 2019 quando, a seguito del pensionamento, si è potuto dedicare alle ricerche che hanno permesso la stesura di questo suo primo libro.

«Alberto è il mio migliore amico. Non ha che ventidue anni, due meno di me, ma nessuno di noi italiani ha dimostrato capacità di adattamento simili alle sue. Alberto è entrato in Lager a testa alta, e vive in Lager illeso e incorrotto. Ha capito prima di tutti che questa vita è guerra; non si è concesso indulgenze, non ha perso tempo a recriminare e a commiserare sé e gli altri, ma fin dal primo giorno è sceso in campo. Lo sostengono intelligenza e istinto: ragiona giusto, spesso non ragiona ed è egualmente nel giusto. Intende tutto al volo: non sa che poco francese, e capisce quanto gli dicono tedeschi e polacchi. Risponde in italiano e a gesti, si fa capire e subito riesce simpatico. Lotta per la sua vita, eppure è amico di tutti. Sa chi bisogna corrompere, chi bisogna evitare, chi si può impietosire, a chi si deve resistere».

da Se questo è un uomo

«Alberto mi redarguì. Per lui la rinuncia, il pessimismo, lo sconforto, erano abominevoli e colpevoli: non accettava l’universo concentrazionario, lo rifiutava con l’istinto e con la ragione, non se ne lasciava inquinare. Era un uomo di volontà buona e forte, ed era miracolosamente rimasto libero, e libere erano le sue parole ed i suoi atti: non aveva abbassato il capo, non aveva piegato la schiena. Un suo gesto, una sua parola, un suo rigo, avevano virtú liberatoria, erano un buco nel tessuto rigido del Lager, e tutti quelli che lo avvicinavano se ne accorgevano, anche coloro che non capivano la sua lingua. Credo che nessuno, in quel luogo, sia stato amato quanto lui».

da Cesio in Il sistema periodico

«Mentre io ero ricoverato all’infermeria, il campo fu sciolto nelle tragiche condizioni che sono state piú volte descritte. Alberto fu vittima della piccola causa, della scarlattina da cui era guarito bambino. Venne a salutarmi, e poi partí nella notte e nella neve, insieme con altri sessantamila sventurati, per quella marcia mortale da cui pochi tornarono vivi».

da Pipetta di guerra

Guido Dalla Volta, Vite da ariani, Enrico Damiani Editore, collana gulliver, 512 pagine, 23,90 euro, ISBN 979-12-5456-051-8