Apprendiamo da fonti giornalistiche della possibilità (o certezza) che il professore Giuseppe Profiti venga nominato nuovo direttore generale del Policlinico San Martino di Genova.
Ai tempi della sua nomina a capo della Struttura di Missione per la sanità ligure fummo probabilmente gli unici che sollevarono alcune perplessità su tale incarico. Perplessità che sono aumentate nel tempo non solo perché nel frattempo Profiti ha ottenuto un altro incarico in Calabria con analoghe funzioni, sovrapponendole a quelle che ha ottenuto in Liguria, ma perché non siamo riusciti a comprendere l’utilità di questa Struttura di Missione e i risultati che ha ottenuto.
La politica sostiene che ci siano grandi competenze nella nostra regione che possono far fronte a molteplicità d’incarichi ma per la Giunta Toti non è così.
Il metodo è quello dell’“asso piglia tutto”: responsabile della Struttura di Missione, incarico in Calabria e ora direttore generale del San Martino. Se a questo aggiungiamo che il nome di Profiti era uno dei più quotati per la nomina del nuovo Assessore alla Sanità in Regione sembra quasi che la sanità ligure non possa prescindere dal dare qualche incarico a Profiti.
Come Consigliere Regionale, rappresentante di Linea Condivisa e Vice Presidente Commissione II Sanità, se verrà confermata tale nomina, valuterò senza pregiudizi il suo operato, avendo ben presente un elemento che ha caratterizzato l’attività di Profiti in questi anni: la poca disponibilità al dialogo con le forze politiche.
Mi auguro, qualora Profiti assumesse tale incarico, che le sue modalità di lavoro siano più dialoganti a partire dal confronto con il personale che opera in una struttura che lamenta già carenze di organico e in cui si rileva una grande stanchezza degli operatori dopo circa tre anni di emergenza pandemica.
A differenza di altri, non ho mai pensato che la sanità ligure fosse solo ed esclusivamente il San Martino. Esistono altre strutture, esistono delle difficoltà nei territori più periferici, esiste un personale sanitario allo stremo delle forze che sta subendo un fenomeno di burnout senza precedenti. Sarebbe importante che chi va a capo di una realtà così importante continuasse l’opera del suo predecessore e si aprisse al territorio e alla relazione con gli altri enti in maniera positiva e dialettica.
Un’eventuale chiusura all’esterno del San Martino favorirebbe oltremodo i processi di privatizzazione già in atto della sanità ligure di cui, peraltro, Profiti è uno dei pensatori e ideatori.
Aspetteremo in questi giorni le decisioni della Giunta ma abbiamo preferito manifestare già adesso le nostre perplessità perché non è possibile che, quando si parla di sanità, Profiti sia l’unica figura competente e capace di ricoprire ruoli di rilevanza nella nostra regione.