In libreria “In linea. Quota 731 di Monastero” di Marco Biasucci (Mursia).
Il 15 ottobre 1940 Benito Mussolini e i suoi più stretti collaboratori decidono di attaccare la Grecia, è l’inizio di quello che il generale Erwin Rommel descrisse come “un grande errore: un colpo di testa di Ciano e di quelli del ministero degli Esteri italiano…”, inizia da qui l’attenta ricostruzione del giornalista pubblicista Marco Biasucci che in In linea. Quota 731 di Monastero (Mursia, Ean 9788842565116, pagg. 220, Euro 17,00) racconta, anche attraverso gli occhi di suo nonno, il colonnello Luigi Marzio Biasucci, assegnato al Comando Superiore delle Forze Armate d’Albania, l’inferno che fu la campagna di Grecia, ma anche il coraggio dei soldati e la loro fedeltà alla Patria. A fare da fil rouge le toccanti lettere tra il colonello, la moglie e figli, che raccontano momenti di straordinaria normalità anche negli istanti più difficili.
«A spingermi a scrivere è stato soprattutto il desiderio di preservare un ricordo.», afferma Marco Biasucci, «Era incredibile. Mio nonno si trovava in guerra, sotto le bombe, rischiando di morire, al freddo, tra le montagne piene di fango, eppure, fino all’ultimo, scrisse a sua moglie Amelia delle lettere straordinarie per la loro normalità…».
Il 20 novembre il colonnello Luigi Marzio Biasucci parte per Tirana. La città è un brulicare di militari. In cielo un grande andirivieni di aerei e per strada un fermento incessante. Nella stanza d’albergo, il colonnello scrive ad Amelia, sua moglie, rimasta a Como con i figli. Poche righe per tranquillizzare la famiglia.
Da qui comincia, attraverso lo scambio epistolare quotidiano tra Amelia e Luigi, la loro storia. Un racconto in presa diretta ricco di testimonianze, che con semplicità e rigore descrivono quei terribili giorni in cui la vita e la morte sembrano sospese in un tragico gioco. La sofferenza di tanti giovani e l’assurdità della guerra emergono dal racconto e spingono l’autore ad esplorare le ragioni, anche personali, che hanno portato un’intera generazione a diventare protagonista di una delle pagine più buie della nostra storia.
Nel gennaio 1941 assunse il comando del 140º Reggimento fanteria della 47ª Divisione fanteria “Bari”. E il 2 marzo 1941 scrive alla moglie:
« Amelia carissima, so che purtroppo lettere non te ne arrivano e, da questo momento in poi, ti scriverò solo cartoline perché ormai siamo in linea. » Queste le ultime parole scritte alla moglie perché il colonnello di lì a pochi giorni, il 14 marzo 1941, cadde in combattimento a Quota 731 di Monastero, una collina così chiamata per i bassi edifici di un convento ormai ridotto in macerie e che diverrà tragicamente celebre perché sarà il punto catalizzatore dell’offensiva di Val Desnizza diventando così il tragico simbolo della campagna di Grecia.
Marco Biasucci nasce a Roma. Dopo la maturità classica conseguita al liceo Virgilio, si laurea in Scienze Politiche. Giornalista pubblicista, ha scritto numerosi articoli su riviste specializzate di carattere storico, giuridico e culturale. Grande appassionato di mare e di vela, vive e lavora a Roma. È il nipote del colonnello Luigi Marzio Biasucci.