TESTA DI MANGO, il nuovo romanzo di formazione di ELENA MORETTI che, dopo il successo di “Quasi a casa”, torna a parlare a giovani, genitori, insegnanti ed educatori.
«Mio padre è sindaco, mia madre fa la manager in una multinazionale di prosciutti e carne in scatola. Tutti e due hanno una posizione e hanno anche un bel po’ di soldi, ma sono persone noiosissime e io non voglio diventare come loro. Chissenefrega della posizione! Finché potrò esaltarmi senza fare fatica, lo farò. Quando proprio mi toccherà sbattermi, troverò il modo di darmela a gambe: me ne andrò all’estero dove la vita è più facile che in Italia. Perché qui non è un paradiso, alla faccia dei milioni di immigrati che arrivano credendo di trovare chissà cosa. Lo dice sempre anche mio padre che dovrebbero starsene tutti a casa loro.»
A parlare è Andrea, un adolescente ribelle, con una cresta in testa color polpa di mango, che viene mandato dai genitori a stare per l’estate da sua zia, un’artista bizzarra dai bermuda a rigoni e la camicia hawaiana, nella speranza che possa “maturare”. È tutto raccontato in prima persona Testa di mango (Mursia, pagg. 376, Euro 18,00) il nuovo romanzo di formazione di Elena Moretti, che dopo il successo di Quasi a casa torna a parlare a giovani, genitori, insegnanti ed educatori, con una storia che parla di scuola, adolescenza, teen immigration, integrazione ed educazione con una scrittura leggera e diretta che cattura il lettore fin dalle prime righe.
LA TRAMA
Andrea, fresco di bocciatura al classico, viene spedito per tre mesi a casa di una svitatissima zia. Nella testa di sua madre questa dovrebbe essere una punizione, ma il ragazzo – quindici anni e boria da vendere – è tutto fuorché depresso: la zia abita a pochi chilometri dal mare e lui pregusta una lunga estate ricca di svaghi. Illuso: senza la paghetta divertirsi è un miraggio e la deliziosa figlia dei vicini non lo degna di uno sguardo. Frustrato, si sfoga sugli ambulanti che popolano la spiaggia; tanto, lui gli africani li ha sempre detestati, anche se non sa bene perché. Finché una sera il nostro Testa di Mango pesterà i piedi alla persona sbagliata e si ritroverà così a sgobbare gratis agli ordini di Mamadou, un gigante senegalese. Travolto da una serie di disavventure al limite del rocambolesco, ribalterà completamente il suo sguardo sulla vita. Le malefatte di cui si è macchiato a giugno, però, sono ancora lì, pronte a chiedergli il conto.
Elena Moretti (Carate Brianza, 1977), mamma, moglie e farmacista, vive da sempre a Macherio (Monza Brianza). Ama scrivere, cantare, fare teatro e leggere manga; si interessa di astrofisica, biologia, disagio giovanile, migrazioni e disabilità. Con Mursia ha pubblicato Quasi a casa (Premio letterario RTL 102.5 e Mursia – Romanzo italiano 2017) e Quel che manca di te (2019).