Triennale Milano presenta Tatay, videoinstallazione di Marina Ballo Charmet, realizzata con l’amichevole collaborazione di Ludovico Einaudi.
Tatay – parola che significa “papà” in filippino – è un ambiente sonoro in cui nel buio dodici voci si intrecciano e si susseguono a formare un’unica voce che diventa ancestrale e primordiale. Sono le voci di padri di Paesi e lingue diversi che cantano una ninna nanna al loro bambino. Completa l’installazione un video con l’immagine di un gesto che si ripete e si intravede: quello di un padre che culla il suo piccolo da sinistra a destra e viceversa.
Afferma Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano: “La videoinstallazione di Marina Ballo Charmet è una poetica e raffinata riflessione sul tema della paternità in cui suono e immagine si intrecciano e si rafforzano a vicenda per riportare a voci e gesti privati, personali, afferenti alla sfera del quotidiano, ma al contempo universali e ancestrali”.
In occasione dell’inaugurazione della videoinstallazione il 28 ottobre 2021 alle 18.30 si svolgerà una lectio di Jean-François Chevrier, curatore, storico e critico d’arte, dal titolo Padre parlante / Padre ambiente accompagnata da interventi di Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, Lorenza Bravetta, curatore per la fotografia di Triennale Milano, e Marina Ballo Charmet.
Si ringrazia: Collezione Donata Pizzi.
I Partner Istituzionali Eni e Lavazza, l’Institutional Media Partner Clear Channel e il Technical Partner ATM sostengono Triennale Milano anche per questo progetto.
Marina Ballo Charmet
Marina Ballo Charmet lavora con la fotografia e il video dalla metà degli anni ottanta. Parallelamente, opera anche come psicoterapeuta nei servizi territoriali pubblici di Milano. Numerose le personali e le collettive in musei e istituzioni in Italia e all’estero, tra cui Istituto Italiano, Madrid; MAGA, Gallarate; Musée Unterlinden, Colmar; Museo del Novecento, Milano; MACRO, Roma; Triennale Milano, Milano; Fotomuseum, Winterthur; Centre National de la Photographie, Parigi; Storefront for Art and Architecture, New York. Ha partecipato alla XII Mostra Internazionale di Architettura di Venezia nel 2010 e alla XLVII Biennale d’Arte di Venezia nel 1997. Numerosi i libri e cataloghi, tra i più recenti: Marina Ballo Charmet. Sguardo terrestre (Quodlibet, 2013), Con la coda dell’occhio. Scritti sulla fotografia (Quodlibet, 2017), Au bord de la vue. Linee biografiche (Danilo Montanari Editore 2018).
Jean-François Chevrier
Storico e critico d’arte, Jean-François Chevrier ha insegnato alle Beaux-arts di Parigi dal 1988 al 2019. È stato fondatore e caporedattore della rivista Photographies (1982-1985) e consigliere generale per documenta X (1997). Dal 1988 è curatore indipendente (tra le sue mostre Photo-Kunst, Walker Evans & Dan Graham, Des territoires, L’Art moderne selon Mallarmé, Formes biographiques…) e ha pubblicato numerosi saggi e opere sull’arte moderna e contemporanea e sulla fotografia. Tra le sue opere recenti: Jeff Wall (Hazan, 2013), Œuvre et activité. La question de l’art (L’Arachnéen, 2015), Bernard Réquichot (Flammarion, 2019), John Coplans. Un corps (Le Point du Jour, 2021).
Triennale Milano
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