Liberalizzazioni: il peso del controllo della Pa Un giro da 261 miliardi di euro. È quanto vale l'ambito di controllo
pubblico costituito da appalti, servizi pubblici locali e semplificazione.
L'Ufficio studi di Confartigianato ha misurato gli ambiti potenzialmente
coinvolti dalle politiche di liberalizzazione proposte dall'Agcom "per
rimuovere gli ostacoli che ancora si frappongono all'apertura dei mercati
e per promuovere la concorrenza". Dall'analisi dei comparti interessati
dalle politiche di liberalizzazione, sulla base delle proposte al governo
e parlamento dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato di
inizio anno, emerge che a pesare maggiormente sulla bilancia delle
liberalizzazioni sia la distribuzione commerciale che incide per il 48,6%
del totale degli ambiti interessati dalla riforma. Seguono poi i settori
bancari e assicurativi per l'11% e i servizi di fornitura dell'energia
elettrica e gas (8,1%). In coda alla classifica spicca il servizio taxi,
il cui valore economico a livello nazionale risulta di 1,1 miliardi di
euro di ricavi, per lo 0,1% di incidenza sul totale. Al penultimo posto il
trasporto ferroviario (0,3%) e la distribuzione editoriale (0,3%). «I dati
indicano chiaramente – commenta Luca Costi, segretario regionale di
Confartigianato Liguria – che a pesare sulle famiglie e imprese italiane
sia la macchina della burocrazia e del controllo da parte della pubblica
amministrazione su alcuni settore chiave dell'economia e dei servizi.
Significativi sono i dati che indicano il raddoppio in dieci anni del peso
sul Pil delle aziende di servizio pubblico locale e quelli che evidenziano
come le tariffe di trasporti, acqua e rifiuti crescano più che in Europa,
in alcuni casi il doppio. Tutto ciò determina per giunta un maggiore costo
a famiglia pari a 153 euro».
Il condizionamento della Pubblica amministrazione al libero funzionamento
dei mercati è un fenomeno particolarmente marcato in Italia: l'indicatore
dato dall'intermediazione del bilancio pubblico sul Pil indica che in
Italia la somma tra entrate e spesa pubblica arriva al 95,9% del Pil, ben
23,0 punti superiore all'intermediazione pubblica rilevata negli Stati
Uniti, 22,7 punti superiore a quella del Giappone, 16,2 punti superiore a
quella della Spagna, 13,2 punti superiore a quelle del Regno Unito e 6,0
punti superiore a quella della Germania. Solo la Francia ha una
intermediazione pubblica superiore a quella italiana e pari al 107,1% del
Pil.
Il divario Italia-Eurozona nei prezzi dei Servizi determina un maggiore
costo per le famiglie italiane di 3,9 milioni di euro (0,2% del Pil) e
pari a 153 euro per famiglia.
I prezzi dei servizi regolamentati crescono (3,9%) più dei servizi non
regolamentati (2,3%). Le tariffe dei servizi regolamentati locali crescono
(5,9%) più del doppio rispetto ai servizi regolamentati nazionali (2,4%).