Questa mattina Enrico Musso – candidato sindaco di Genova con la propria lista civica – ha incontrato il corteo dei lavoratori Fincantieri all'altezza dello svincolo autostradale di Cornigliano-Sestri. Bloccato dalla manifestazione, ha parcheggiato l'auto, attraversato a piedi il corteo e proseguito in autostop fino all'aeroporto da dove è partito per partecipare ai lavori in Senato. Nell'occasione, parlando brevemente con alcuni lavoratori, Musso, che aveva preso parte a Roma al corteo in difesa dello stabilimento di Sestri raggiungendo la capitale con il treno speciale dei lavoratori, è tornato a intervenire sul futuro dei cantieri navali.
«Per esprimere davvero solidarietà ai lavoratori Fincantieri e ai circa 3 mila addetti dell'indotto occorre dire la verità. E cioè ricordare che Genova ha perso nei decenni scorsi gran parte del proprio patrimonio industriale anche a causa delle chiusure settarie e ideologiche che rifiutando di guardare in faccia la realtà hanno portato quasi sempre a "gloriose sconfitte". Nei pochi casi in cui non ci si è chiusi dietro la barriera dei no ma si sono tentate strade nuove e negoziate, si è invece salvato e innovato, proprio come nel caso del cantiere navale, che già doveva essere chiuso in passato ma per il quale furono trovate nuove produzioni e tecnologie. Capisco lo stato d'animo dei 741 lavoratori del cantiere di Sestri che da giugno, da quando l'azienda ha ritirato il piano industriale, aspettano una chiara risposta sul futuro del proprio posto di lavoro e quindi delle proprie famiglie. In oltre sei mesi l'azienda non ha presentato un piano industriale alternativo al precedente e di fatto sta seguendo, in sordina, le tappe del piano precedente, che prevedeva la chiusura dei siti di Sestri Ponente e Castellammare. I lavoratori di Sestri, le loro famiglie e quelle che lavorano nel commercio della zona (di cui Ascom ha previsto un ridimensionamento del 40% quando il cantiere chiuderà i battenti) aspettano risposte dalla politica. Certamente la partita si giocherà al tavolo del governo che dovrà chiedere un impegno preciso sulla strada da intraprendere dai vertici dell'azienda. Ma anche la politica locale può giocare un ruolo importante. Non bastano più le dimostrazioni di solidarietà fini a se stesse. Il Comune di Genova, insieme a Regione, Provincia e Autorità portuale, deve costituire un tavolo di concertazione per elaborare una proposta condivisa che porti il cantiere di Sestri Ponente a ribadire con forza la propria vocazione all'innovazione e alla ricerca, partendo da quelli che oggi sono i punti fermi per Fincantieri: il know how dei lavoratori, la presenza del centro di ricerca Cetena, del Rina, della facoltà di Ingegneria navale e, soprattutto, del progetto di ribaltamento a mare già finanziato con 70 milioni di euro, di cui 20 dell'Autorità portuale. Chi ama davvero Genova non vuole assistere all'ennesima "gloriosa sconfitta"».