Si è svolta questa mattina, nell’aula del Consiglio regionale Sandro Pertini, a Genova, la Seduta solenne del Consiglio regionale dedicata al Giorno del Ricordo in memoria delle decine di migliaia di italiani, che da secoli vivevano in Istria, Fiume e Dalmazia e che furono perseguitati, uccisi e costretti alla fuga alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Il presidente del Consiglio regionale Gianmarco Medusei ha avviato i lavori portando i saluti di tutta l’Assemblea legislativa ai consiglieri regionali e alle autorità presenti.
E’ seguita la dettagliata ricostruzione della storica Petra Di Laghi, dottoranda di ricerca presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” ed autrice di pubblicazioni sull’esodo giuliano-dalmata.
SALUTO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE
«Il concetto del Ricordo, nelle intenzioni che portarono alla promulgazione della Legge 92 del 2004 era la rappresentazione migliore – ha spiegato il presidente del Consiglio regionale Gianmarco Medusei – che potesse essere espressa in risposta ad un oblio in cui si cadde sin dai primi istanti che seguirono a quegli eventi, concedendo, in tal modo, una concreta vittoria alle repressioni titine. Infatti, è proprio nella dimenticanza, nel condurre alla rimozione della memoria, che i totalitarismi possono ritenere di aver raggiunto, con successo, il proprio scopo. Era perciò giusto reagire, dando memoria a ciò che la storia aveva accantonato». Il presidente Medusei ha sottolineato, in particolare, l’impegno della Liguria che ha aderito «a quest’operazione di risveglio del ricordo, dimostrando fraterna vicinanza e solidarietà a tutti coloro che subirono l’inenarrabile ondata di violenza e di sopruso, operata all’interno di una scelta di sterminio ben programmata, in obbedienza alla cultura della discriminazione, dell’annientamento, della prevaricazione politica, razziale e ideologica. Il terrore sorse non solo dagli eccidi e dai rastrellamenti, ma anche da un sadismo efferato dei carnefici di Tito, espressosi in larga parte nei campi di prigionia e di concentramento e poi nelle foibe carsiche, nelle cui profondità furono gettate migliaia di vittime». Il presidente ha, dunque, ricordato le dimensioni dell’esodo di circa 350.000 civili innocenti e lo sforzo compiuto in tutto il Paese per accogliere i profughi, di cui oltre 8500 solo in Liguria. «All’interno di quest’Assemblea Legislativa, oggi, – ha aggiunto – è rappresentato lo stesso spirito di accoglienza, di vicinanza e di rispettoso ricordo di ciò che fu, nell’intento di rimediare all’assordante silenzio che per troppo tempo si è perpetrato, su quella tragedia» e ha ricordato la Legge regionale 29 del 2004, con cui è stato istituito il concorso per le scuole liguri in modo che venga mantenuta la memoria. Il presidente ha, infine, lanciato un appello ai ragazzi presenti in aula: «Non dimenticate che la Democrazia, la Libertà, l’Uguaglianza hanno un contenuto che ognuno di noi deve onorare nelle proprie azioni e nelle proprie scelte. Dobbiamo essere, oggi, quello che un domani vorremmo saranno i nostri figli, per evitare che possano reiterarsi politiche di odio e di intolleranza, poiché dopo di esse, come la storia ci ha fatto assistere, restano solo dolore e morte».
ORAZIONE UFFICIALE DI PETRA DI LAGHI
Petra Di Laghi ha esordito illustrando, in chiave autobiografica, l’esperienza della sua famiglia, esule da Pola nel 1947 e ha raccontato, in particolare tre diversi episodi in cui «è rilevante non è tanto la dimensione del dolore personale o del singolo quanto, piuttosto, quando quel dolore – ha spiegato – abbia assunto una dimensione collettiva e si sia configurato come una “ferita dell’identità sociale” e come questo spostamento di popolazione, dapprima silenzioso e quasi clandestino, sia poi diventato un evento epocale il cui ricordo si sia sedimentato e abbia oltrepassato tre generazioni per divenire un “trauma collettivo”». Di Laghi ha spiegato che il primo “trauma collettivo” furono le violenze subìte nel 1943 e nel 1945 mentre il secondo fu determinato «dal flusso continuo di trasferimenti che riversò i giuliano-dalmati per la maggior parte nell’Italia del secondo dopoguerra, dove vennero distribuiti in 109 Centri raccolta profughi sparsi in tutta la penisola». La storica ha precisato: «Se ci troviamo qui, oggi, a poter ricordare e commemorare questi eventi vuol dire, probabilmente, che la spirale del trauma dell’esodo e delle foibe ha avuto finalmente successo» e ha ricostruito nel dettaglio il lungo periodo di oblio storico dell’esodo, «un velo fatto di interessi politici e difficili relazioni internazionali». Secondo Di Laghi «lo sradicamento fisico e mentale dell’identità originaria determinò nei giuliano-dalmati la convinzione che, più che profughi, sarebbero rimasti esuli per tutta la vita e in questa fase si cristallizzò l’idea di un evento condiviso dalla comunità giuliano-dalmata come trauma collettivo». Petra Di Laghi ha poi spiegato le ragioni storiche e politiche che, dopo il crollo della Jugoslavia e un nuovo orientamento della sinistra italiana, portarono ad una ricostruzione adeguata e fedele di quanto era accaduto nell’immediato secondo dopo guerra e ha aggiunto: «Occorre, dunque, ricordare non soltanto per conservare nella memoria, ma per mantenere un legame con il passato, un’indagine, un approfondimento per capire quanto è accaduto, non giudicando cosa sia successo». Petra Di Laghi ha concluso: «Ora, dunque, non si tratta più solo di ricordare, ma di rendere questi argomenti parte della storia, di contestualizzarli. Il ricordo non deve restare proiettato sul passato, ma deve vivere nel presente per noi e per le generazioni che verranno».
PREMIAZIONE DEGLI STUDENTI
Nella seconda parte della seduta si è svolta la premiazione degli studenti che hanno vinto la XXI edizione del concorso del Consiglio regionale “Il sacrificio degli italiani della Venezia Giulia e Dalmazia: mantenere la memoria, rispettare la verità, impegnarsi per garantire i diritti dei popoli”, rivolto agli studenti degli istituti superiori della Liguria. Il concorso rientra fra le iniziative promosse dalla legge regionale n. 29 del 24 dicembre 2004 “Attività della Regione Liguria per l’affermazione dei valori della Memoria del Martirio e dell’Esodo dei Giuliano Dalmati”.
I vincitori del concorso hanno partecipato al viaggio, che si è svolto fra il 21 e il 27 novembre scorso, nei luoghi che furono teatro della persecuzione.