LA STORIA VERA DI FRANCESCO CHE FINO AI 12 ANNI HA VISSUTO IN CONDIZIONI PRECARIE CON LA MADRE, SENZA ANDARE A SCUOLA E SENZA “ESISTERE” PER IL RESTO DEL MONDO
LA VITA CERCA LEGAMI
DI MELITA CAVALLO
IN LIBRERIA
«La mia nascita non è stata mai denunziata all’anagrafe di Roma fino al febbraio 1985, quando i Carabinieri di Roma Celio, intervenuti sul “mio caso”, si resero conto che non avevo alcun documento, né quello d’identità, né quello sanitario, perché per l’anagrafe io non ero mai nato… Avevo all’epoca dodici anni e mezzo; fino ad allora avevo vissuto trascinato da mia madre, senza una casa che fosse la mia; la strada era la mia casa; senza parenti e senza amici, senza scuola e senza libri, senza giochi, senza nulla.», si presenta con queste parole Francesco a Melita Cavallo chiedendole di aiutarlo a fare luce sui tanti nodi irrisolti della sua vita che oggi il giudice racconta in “La vita cerca legami” (Mursia, pagg. 246, Euro 17,00).
Quando Melita Cavallo lo incontra per la prima volta Francesco ha 47 anni, l’autrice capisce subito che il suo malessere deriva dalla mancata risposta a una serie di domande:
1) sembra incontrovertibile, o almeno molto probabile, che la madre fu portata a partorire in una clinica
privata da una persona che se ne assunse le spese, e probabilmente andò a prelevarla al momento della dimissione. Questo giustificherebbe il mancato coinvolgimento dei Servizi sociali da parte della clinica nella situazione della donna. Chi era questa persona? Forse il padre, o qualcuno di fiducia da lui incaricato?
2) perché la sua nascita non è stata denunziata all’ufficio anagrafe? Forse doveva rimanere segreta? Forse perché suo padre era una persona nota, bene in vista nella società?
3) la trascuratezza estrema della madre nei suoi confronti, che fino all’intervento dei Carabinieri nel 1985 lo ha costretto in strada a una vita randagia senza sentire il bisogno di richiedere alcun aiuto, non è né accettabile né spiegabile, e sembra nascondere qualcosa.
L’autrice decide così di aiutarlo, ricostruendone e raccontandone l’incredibile storia in questo libro che pagina dopo pagina tocca l’anima del lettore nel suo profondo.
Un giorno Marisa, ostetrica coscienziosa e attenta al mondo che la circonda, nota dalla strada un bambino che col naso schiacciato contro i vetri della finestra guarda fuori: lo sguardo è triste e il faccino smunto. La portiera le ha riferito che, pur essendo ormai grandicello, non è mai andato a scuola e non esce mai. La donna non gira la faccia dall’altra parte, anzi denuncia la situazione ai Carabinieri e si attiva presso la Procura per i minorenni. Francesco viene portato in una struttura per ragazzi dove è accolto, e soprattutto gli viene dato amore, sentimento che non ha mai conosciuto. Un primo tassello di molti altri che permetteranno a Francesco di ricomporre il puzzle della sua vita.
La storia del legame con Barbara evidenzia il carattere aperto e tollerante di Francesco, ma anche la sua capacità di prendere rapidamente decisioni importanti per la sua vita.
Come scrive Melita Cavallo «Francesco è una chiara dimostrazione della validità della teoria della resilienza…; è stato protagonista di un processo attivo teso, in primo luogo, a contrastare la distruzione, e poi a costruire una vita produttiva; e alla fine trova un senso alla sua vita…; nel 1996 entra per concorso nelle Forze Armate; è oggi caporalmaggiore capo scelto; ha partecipato a molte missioni all’estero, in Kossovo, in Afganistan, in Iraq; ha conseguito molte onorificenze al merito. Francesco è una persona resiliente. Complimenti Francesco…!»
Melita Cavallo, che ha dedicato la sua lunga attività di magistrato a migliorare le condizioni di vita dei bambini in difficoltà, racconta una storia vera che testimonia le capacità di recupero dei bambini e dei ragazzi se qualcuno si prende cura di loro.
Melita Cavallo è stata Presidente del Tribunale per i minorenni di Roma, e giudice minorile a Milano e a Napoli. È stata Presidente della Commissione per le Adozioni Internazionali, Capo del Dipartimento per la Giustizia minorile, Presidente dell’Associazione Italiana dei Magistrati minorili e Presidente della sezione Italia di GEMME (Groupement Européen des Magistrats pour la Médiation). Ha ricevuto il Prix Femmes d’Europe 1995 dal Parlamento europeo e la Légion d’Honneur nel 2012. Ha pubblicato saggi su tematiche familiari e minorili, e partecipa come docente a corsi universitari di specializzazione. Con Mursia ha pubblicato Solo perché donna. Dal delitto d’onore al femminicidio (2019). È giudice della trasmissione televisiva Forum in onda sui canali Mediaset.